La nostra casa è in fiamme

di FuoriMercato Sicilia, Contadinazioni, Scienza Radicata

La nostra rabbia cerca la solidarietà reciproca
La nostra rabbia cerca risposte tra i veri responsabili della distruzione del pianeta
Vi aspettiamo il 4 Agosto ore 10 per prenderci cura l’uno dell’altra, per dirci come stiamo, per organizzare la nostra rabbia!

A Sud è arrivata l’estate rovente che stavamo aspettando tuttə.
Mentre al nord piovono pezzi di grandine grandi come palle da tennis, la Sicilia è letteralmente on fire.

Sì, la nostra casa è in fiamme.
Le case e le terre di moltə sono in fiamme, e con queste, suoli agricoli sempre più impoveriti e abbandonati, le riserve naturali, le infrastrutture pubbliche e le discariche.
Oggi, per l'ennesima volta, realizziamo quanto siamo tuttə vulnerabili, e quanto questo coinvolga la società intera. Ospedali, autostrade, aeroporti, interi quartieri che vanno a fuoco con l’aria irrespirabile dal sapore pungente di bruciato e diossina, sono la cartina di tornasole di un sistema in crisi profonda.

Quanto è doloroso realizzare qual è la nostra condizione ecologica?

La stavamo aspettando tuttə questa estate di fuochi e fiamme, a Sud, e di alluvioni e tempeste monsoniche, a Nord. La stavamo aspettando tuttə, verosimilmente da anni, perché è da anni ormai che sui territori sappiamo benissimo qual è l’effetto di un clima che cambia velocemente. Lə contadinə sanno bene che il clima non si controlla, al massimo, ci si può adattare. L’agro-industria, invece, nel nome del profitto ha concentrato molti sforzi economici e di ricerca per piegare le condizioni climatiche e naturali al ritmo del tutto subito e fresco negli scaffali dei supermercati, determinando ritmi di lavoro e cambiando tecniche produttive, e a sua volta essendo tra le maggiori cause del cambiamento climatico in corso.
Lo sanno tuttə e se lo aspettavano tuttə, tranne il governo nazionale e le sue emanazioni regionali.

Da un lato, la premier Meloni narra dell’ineluttabilità della crisi climatica imprevedibile (1) provando in maniera irricevibile a giustificare l’inazione e la colpevolezza dei governi, nonostante quasi 50 anni di report e conferenze internazionali in cui si è parlato dal primo minuto dei rischi legati al cambiamento climatico e tanto di piattaforme di monitoraggio dei rischio incendi a livello globale ed europeo (2). Dall’altro, è impegnata insieme al governo a ripartire fondi pubblici e favori negli emendamenti ai decreti Siccità e Giubileo, e nel Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (3), in cui appaiono magicamente come asset strategici rigassificatori, finanziamenti per ampliare le capacità logistiche e turistiche dei porti del Tirreno, deregolamentazione per le sperimentazioni di OGM in agricoltura, e il mausoleo per Silvio Berlusconi, il ponte sullo stretto, a coronare dopo anni il sogno di una generazione di mafiosi.

La narrazione della transizione ecologica e della sostenibilità, appare ancora una volta una presa in giro inaccettabile.

Mentre le amministrazioni locali danno timidamente accenno a qualche panacea di indennizzo per i danni subiti, che non si capisce bene a chi saranno rivolti, sui territori si perde la vita, la biodiversità, vegetale, animale e umana. Sì, perché la vita umana, se ancora non fosse chiaro, è soggetta agli stessi principi che regolano tutto il sistema Terra e la Biosfera, la casa, su cui siamo tuttə di passaggio.
Nello stesso modo in cui brucia un bosco o un campo di grano, brucia un aeroporto, un ospedale, un quartiere, una casa. Nello stesso modo in cui brucia gas e petrolio. Come muore un albero, una pianta di pomodoro o un daino, muore una donna, un bambino, un migrante, un contadino, uno studente, un operaio, ieri moriva Raffaele riverso in terra del capannone della logistica Eurospin di Carinaro (CE) (4), un lavoratore salariato, un dirigente d'azienda, un ceo di una multinazionale.

Non saranno le assicurazioni a riportare indietro gli alberi da frutta bruciati e i raccolti, non saranno gli indennizzi a riportare indietro suoli fertili, non saranno i meccanismi di compensazione a frenare il cambiamento climatico in corso. Eppure, ci aspettiamo la nomina dell’ennesimo commissario all’emergenza.

Lo sanno tuttə in città e nelle campagne, lo sanno tuttə che questo è un imbroglio, l’ennesimo. Eppure, la narrazione emergenziale non cambia.

Da questa notte, per l’ennesima volta con il cuore pesante, ci scambiamo messaggi, di affetto, di messa a disposizione per un aiuto reciproco, già stanotte tra vicini di casa ci si aiutava come sempre si è fatto da anni per fronteggiare i fuochi.
Sempre più cresce l’esigenza di andare oltre lo sgomento e il pensiero analitico di medio-lungo periodo di quanto siano importanti le pratiche agroeocologiche.

Stamattina ci chiediamo cosa possiamo fare di più qui ed ora?
Per non sentirci affogare tra le fiamme, la depressione mista a rabbia?

Per questo vogliamo pensare e agire su più livelli invitandovə tuttə a partecipare all’incontro pubblico convocato da contadinə ed ecologistə, nell’ambito della carovana dei mutualismi, in particolare il 4 Agosto ore 10 al circolo Arci Pasol all’incontro già previsto per costruire insieme pratiche di mutualismo, sicuramente oggi più che mai conflittuale, tra città e campagna che a questo punto saranno urgenti per placare la nostra rabbia con rivendicazioni chiare alle istituzioni responsabili e placare il nostro bisogno di calore reciproco costruendo azioni di immediato, medio e lungo corso.
https://www.casamemoria.it/ə-e-4-agosto-a-cinisi-e-partinico-la-carovana-del-mutualismo/

Intanto immediatamente

  • chiediamo l'immediato blocco delle attività produttive a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori
  • chiediamo qualsiasi indennizzo sia pensato in ottica redistributiva e di contrasto al modello estrattivista agro-industriale. Non saranno i soldi a risolvere la crisi climatica, ma di certo aiutano. Aiuterebbe una gestione non solo oculata ma basata come minimo su una redistribuzione che sostenga chi ha meno e chi nel suo piccolo ogni giorno aiuta il pianeta con la sua contadinanza agroecologica, che nonostante le vulnerabilità e le barriere economiche, si prende cura dei territori, dei suoli, della biodiversità, dell’acqua, e della produzione di cibo sano e fuori dalle logiche di sfruttamento che hanno portato dove siamo oggi. Cioè molto vicini, se non già oltre, un punto di non ritorno.
  • ci poniamo come punto di riferimento per creare gruppi di mutuo-aiuto territoriali per aiutare singolə a fronteggiare, contare i danni e organizzare rivendicazioni locali;
  • lanciamo una cassa di solidarietà per i disastri ambientali la cui gestione democratica verrà decisa pubblicamente in assemblea il 4 Agosto ore 10.
    In un secondo tempo, cioè stasera, chiediamo a tutte le realtà che da anni studiano e analizzano la realtà dei fuochi di mettere in comune la loro analisi per non cadere ogni volta nella rabbia canalizzata nella colpevolizzazione dei singoli.
    Noi riprendiamo intanto l’analisi del comitato Salviamo Monte Inici con cui ci siamo già confrontati in un’ottica di reciprocità e di cui facciamo nostre le rivendicazioni. Qui per esteso le rivendicazioni del coordinamento Salviamo Monte Inici
    https://www.fuorimercato.com/agroecologia-lavoro-migrante/372-salviamo-monte-inici.html

Le sue finalità sono principalmente:

  • Studiare il fenomeno degli incendi anche in relazione agli eventi determinati dal surriscaldamento globale ed elaborare delle proposte operative per una politica di contrasto attivo al fenomeno. (Manifesto con 20 proposte presentate al Presidente della Regione Musumeci, varie petizioni on line, incontri con esperti);
  • Fare pressione sulle istituzioni (dai sindaci, alle prefetture, al Presidente della Regione, al Ministro dell’Ambiente) perché attivino tutte le misure di prevenzione e contrasto attivo agli incendi previste dalle leggi nazionali e regionali (in particolare la Legge Quadro 353/2000 e la successiva LR 96/2006) con tempismo, coerenza e reale coordinamento tra tutte le parti in causa;
  • Fare pressione sulla Magistratura e sugli organi inquirenti perché vengano avviate indagini coordinate per individuare non solo i responsabili materiali (spesso bassa manovalanza mafiosa, pastori, ex operai forestali, piromani propriamente detti, ovvero affetti da patologia psichiatrica) ma anche per portare alla luce le coperture e le omissioni da parte delle amministrazioni e gli interessi economici legati al business degli incendi (in primis quello legato alla gestione privata dei Canadair: la flotta aerea della Protezione Civile è gestita dalla multinazionale Babcock con un contratto rinnovato nel 2017 per 4 anni con un importo di circa 45 milioni all’anno, più il pagamento delle ore di volo eccedenti le 3.500 previste dal contratto);
  • Fare rete per scambiare informazioni e buone pratiche, mettere in atto strategie comuni (Denuncia congiunta a 9 procure siciliane; lettera congiunta ai Prefetti; richiesta aggiornamento catasto degli incendi su modello comune), promuovere campagne e azioni di protesta condivise (Flash Mob del 2 ottobre 2020 e del 7 maggio 2021; piantumazioni in raccordo con le scuole);
  • Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica per creare comunità consapevoli e in grado di mettere in atto una strategia di prevenzione e contrasto autonoma ed efficace. (Esperienza di alcune associazioni o comitati all’interno del Coordinamento, come per esempio il Movimento Antincendio Ibleo e le Sentinelle Ambientali di Valguarnera, che si sono autorganizzati per il monitoraggio dei territori e lo spegnimento dei focolai)
    A questo proposito riteniamo che il coinvolgimento delle comunità agricole sia cruciale anche perché l’abbandono dei campi, la mancata manutenzione dei terreni a confine con aree boscate e la bruciatura incontrollata delle stoppie a fine raccolto sono tra le cause principali di propagazione degli incendi.

Abbiamo individuato alcune vie attraverso cui favorire il raccordo con gli operatori del settore agricolo:

  • ampliando e semplificando la possibilità di stipulare convenzioni per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agro-forestale con un sistema di premialità sul modello di quello già sperimentato in Aspromonte da Tonino Perna negli anni ’90;
  • chiedendo lo sviluppo di una seria politica di contrasto all’abbandono dei terreni marginali montani anche attraverso un'integrazione dei modesti redditi ritraibili dagli agricoltori;
  • ridiscutendo e modificando pratiche basate sulla bruciatura delle stoppie e del sottobosco da cui partono spesso incendi incontrollati.

Vi aspettiamo il 4 Agosto ore 10 per prenderci cura l’uno dell’altra, per dirci come stiamo, per organizzare la nostra rabbia!

Nel frattempo per info scrivete alle pagine FB Contadinazioni e Scienza Radicata o donate direttamente a:
Associazione Fuorimercato
Iban: IT79D 0838633 910000000470387
Banca credito cooperativo di Binasco, filiale di Trezzano s/N
Causale: Basta Fuochi


NOTE

1 “[...] Siamo davanti a una realtà critica, una realtà climatica imprevedibile che comporta, al di là dell'emergenza, la messa in sicurezza del territorio che è una priorità di fronte a una situazione che viviamo con fenomeni totalmente diversi" estratto da FanPage.it
2 https://atmosphere.copernicus.eu/global-fire-monitoring e European Forest Fire Information System (EFFIS)
3 Il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: le carenze di un piano strategico per il futuro del paese, analisi da Scienza in Rete
4 “Succede purtroppo che oltre 3 lavoratori al giorno non faranno più ritorno dai loro affetti !!
Dall'inizio 2023 sono 605 i lavoratori deceduti a " causa del lavoro". Tra questi numerosi "per sincopi-infarti-malori da caldo eccessivo", da quando il cambio climatico sta facendo registrare temperature ben oltre i 35°centigradi, insopportabili per faticare!” Dal comunicato COBAS

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